martedì 28 gennaio 2014



It:  STANDARD GLOBALI E CODICI DI CONDOTTA  di PMSC(Private Military Security Company)

- Il Documento di Montreux

Il ruolo crescente delle PSCs nel corso di conflitti armati solleva nume- rose preoccupazioni sia di tipo umanitario che legale. Queste ragioni han- no condotto il CICR ed il governo svizzero a proporre un’iniziativa volta a riaffermare gli obblighi internazionali degli Stati in relazione alle attività delle PSCs nel corso di conflitti armati e a fornire una lista di buone pratiche ad esse legate. Il risultato che ne è derivato è stata l’adozione, nel settembre del 2008, del Documento di Montreux13. Questo documen- to appartiene alla categoria della “soft law” e non ha pertanto efficacia giuridica vincolante. Inizialmente sottoscritto da 17 nazioni, esso rappre- senta il primo documento internazionale che si occupa dell’applicazione del diritto internazionale alle attività delle PMSCs presenti nel corso di conflitti armati. Al momento è stato sottoscritto da 44 Stati ed un’orga- nizzazione internazionale, l’Unione europea14. Le prescrizioni contenute in questo documento riaffermano regole di diritto umanitario, dei diritti umani o norme relative alla responsabilità degli Stati formulate in manie- ra tale da rendere chiara la loro applicabilità alle attività delle PMSCs i situazioni di conflitto armato. Si afferma inoltre che le PMSCs ed il loro personale sono vincolati dal rispetto del diritto umanitario durante tutte le fasi del conflitto, a prescindere dal loro status giuridico. Le prescrizioni sottolineano le responsabilità di tre tipi di Stato: lo Stato che impiega le PMSCs (Contracting State), lo Stato in cui le PMSCs operano (Territorial State) e lo Stato in cui le PMSCs hanno sede (Home State). In relazione a quest’ultimo, si fa riferimento alla nazione in cui le PMSCs hanno le loro sedi gestionali principali.


Le regole principali che vengono presentate all’interno del Documento sono le seguenti:


- Gli Stati non possono astenersi dall’assolvimento dei propri obbli- ghi in rispetto del diritto umanitario e dei diritti umani quando im- piegano le PMSCs.
Gli obblighi degli Stati previsti dal diritto internazionale rilevano anche nel caso in cui essi assumano un’impresa privata per lo svol- gimento di alcune attività. Anche se il diritto internazionale non im- pedisce agli Stati di impiegare PMSCs, il mancato adempimento dei propri obblighi internazionali non può essere giustificato dall’ester- nalizzazione di un particolare compito. Per questo motivo, gli Stati devono assicurare che il rispetto e l’implementazione dei propri ob- blighi non siano ostacolati dalla decisione di assumere una PMSC.
- Gli Stati sono obbligati a garantire il rispetto del diritto umanitario da parte delle PMSCs.
Quest’obbligo vale sia per le autorità statali sia per le sue Forze Ar- mate e consiste nel dovere di adottare misure preventive ed even- tualmente repressive nel caso di violazioni del diritto umanitario anche da parte della popolazione civile e, in modo particolare, delle PMSCs.
- Gli Stati possono essere ritenuti responsabili per le violazioni del diritto umanitario commesse dalle PMSCs.
La violazione di una norma di diritto internazionale da parte di alcuni attori pubblici o privati può far sorgere la responsabilità dello Stato. Gli Stati devono investigare e, se legittimati, perseguire le violazioni di dirit- to umanitario che si presume siano state commesse dal personale delle PMSCs.
Innanzitutto, gli Stati hanno un chiaro obbligo di far valere la propria giurisdizione per gravi violazioni delle Convenzioni di Ginevra e del loro Protocollo Addizionale I. In secondo luogo, gli Stati hanno l’obbligo di investigare, perseguire e punire serie violazioni di diritto umanitario se queste ultime vengono commesse dai propri cittadini o sul loro territorio. Gli Stati possono però anche decidere di far processare i sospettati dal tribunale di un altro Stato o da un Tribunale penale internazionale.
Per quanto riguarda il personale delle PMSCs, il Documento di Mon- treux richiama che:
- deve rispettare il diritto umanitario applicabile;
- il suo status è determinato dal diritto umanitario;
- se al personale delle PMSCs il diritto umanitario conferisce lo sta- tus di civile, esso non può essere oggetto di attacco armato a meno che, e per tutto il tempo in cui, esso prenda parte alle ostilità;
- può essere perseguito legalmente nel caso in cui commetta un atto considerato quale crimine dal diritto internazionale o nazionale.

Affinché questo strumento normativo possa dimostrare le proprie poten- zialità, è necessaria una sua implementazione attraverso efficaci provve- dimenti nazionali. Gli Stati dovrebbero pertanto adottare misure pratiche che assicurino il rispetto delle norme internazionali applicabili da parte delle PMSCs e del loro personale.

- L’International Code of Conduct for Security Service Providers (ICoC)

L’ICoC è un codice di condotta che risale al novembre 2010. Frutto di un’iniziativa del governo svizzero, che ha coinvolto diversi portatori di interessi, questo strumento mira all’articolazione di una serie di standard e principi destinati alla PSI, di modo che le sue attività avvengano nel ri- spetto del diritto umanitario e dei diritti umani15. Ad oggi le imprese che hanno sottoscritto l’ICoC sono 63016. Tra le 􏰀irmatarie il 59.6 per cento ha i suoi quartieri generali in Europa, il 15.2 per cento in Asia, l’11.5 per cen- to in Nord America, il 7.3 per cento in Africa, il 4.2 per cento in Australasia ed il restante 2.2 per cento in America Latina e Caraibi17. L’ICoC definisce le Private Security Companies e i Private Security Service Providers (PSCs)come “any Company whose business activities include the provision of Security Services either on its own or on behalf of another, irrespective of how such Company describes itself.”Un’impresa che decida di sottoscriverlo si impegna ad operare nel rispetto del diritto umanitario, dei diritti umani, delle legislazioni e dei regolamenti nazionali, nonché dell’ICoC stesso. Nello specifico, la sotto- scrizione di questo codice prevede un impegno da parte delle PSCs al ri- spetto, nel corso delle proprie attività, di una serie di principi e standard chiaramente articolati e riconosciuti a livello internazionale. Ad esempio, il codice prevede delle regole particolarmente stringenti sull’uso della forza. Le armi da fuoco possono essere usate solo in legittima difesa o per difendere altri individui da una minaccia di morte imminente o per prevenire un crimine che coinvolga una grave minaccia alla vita. Il codice prevede anche la proibizione di atti di tortura e altri trattamenti disumani e degradanti, nonché lo sfruttamento sessuale ed il traffico di esseri uma- ni. Le PSCs si impegnano ad implementare alcune prescrizioni relative alla loro gestione e governance, tra cui l’incorporazione dell’ICoC nelle po- litiche dell’impresa, regole sul training e sul reclutamento del personale, gestione delle armi e resoconto di eventuali incidenti. In􏰀ine, le imprese 􏰀irmatarie si impegnano, una volta che questo verrà stabilito, a sottoporsi ad un meccanismo di controllo esterno ed indipendente: l’Independent Governance and Oversight Mechanism (IGOM). Anche se si tratta di un la- voro in corso d’opera (nel momento in cui si scrive si trova agli ultimi sta- di di sviluppo un documento che ne spieghi dettagliatamente i compiti ed il funzionamento), è possibile descrivere in linea di massima quali saran- no le attività future dell’IGOM: 1) l’IGOM sarà governato da una Board of Directors che includerà ONG, Stati e membri delle PSCs; 2) esso rilascerà una certi􏰀icazione alle compagnie che operano nel rispetto degli standard dell’ICoC; 3) l’IGOM condurrà un monitoraggio continuo ed indipendente sia nei quartieri generali delle PSCs che sul terreno delle operazioni; 4) è previsto lo sviluppo di un meccanismo imparziale per la presentazione di rimostranze (Third Party Claims Process).


-I Voluntary Principles on Security and Human Rights (VPs)
I Voluntary Principles on Security and Human Rights (VPs) sono delle li- nee guida delineate specificamente per le aziende che operano in zone conflittuali o all’interno di Stati fragili al fine di garantire che le forze di sicurezza – pubbliche o private – che si occupano della protezione delle loro attrezzature e sedi operino in maniera conforme al rispetto dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali18. All’origine di questa iniziativa c’è stata la preoccupazione sentita a livello internazionale circa il modo in cui le forze di sicurezza operavano nel proteggere installazioni petrolife- re e minerarie in molte parti del mondo19. Questi principi sono stati resi noti per la prima volta nel dicembre del 2000 da parte del Dipartimento di Stato americano e del Foreign & Commonwealth Ofice britannico, in seguito ad un processo di elaborazione di lungo corso a cui hanno parteci- pato funzionari governativi, imprese del settore estrattivo ed energetico e ONG. Ad oggi, i VPs sono supportati dai governi di Stati Uniti, Regno Unito, Canada, Paesi Bassi, Norvegia, Colombia, Svizzera, da imprese operanti nel settore estrattivo ed energetico e da varie Ong20.

Il ruolo delle aziende consiste nel garantire che il loro operato non cau- si, contribuisca o tragga beneficio da violazioni dei diritti umani. In aree caratterizzate da una governance fragile, questa responsabilità aumenta, perché a causa dell’assenza di istituzioni di governo l’impresa è obbligata a portare avanti processi di “due diligence” per prevenire incidenti e, se del caso, darne conto.

Molti dei principi contenuti nei VPs sono applicabili alle Private Securi- ty Companies ed ai Private Security Providers (PSCs). In particolare, i VPs prevedono innanzitutto che:

Where host governments are unable or unwilling to provide ade- quate security to protect a company’s personnel or assets, it may be necessary to engage private security providers as a complement to public security21.

Dati i rischi elevati derivanti dall’impiego di PSCs, vengono poi ricono- sciuti alcuni principi volontari che ne guidino la condotta. In particolare, le PSCs devono rispettare le politiche dell’azienda che le assume sul il rispetto dei diritti umani, esse devono agire nel rispetto della legge e possedere delle proprie regole relative ad una condotta appropriata e all’uso della forza. Per minimizzare il rischio che una PSC vada al di là della sua autorità di fornitore di sicurezza e per garantire il rispetto dei diritti umani, i VPs prevedono poi ulteriori principi che consentano, ad esempio, di porre termine al contratto in caso di condotte abusive. Le imprese hanno anche l’obbligo di controllare il background delle PSCs, in particolare per quanto riguarda l’impiego eccessivo della forza e di consultarsi con altre imprese, ufficiali del paese di provenienza, ufficiali locali e membri della società civile circa le relative esperienze con com- pagnie di sicurezza private.


Nel corso degli anni attorno ai VPs sono state create varie strutture, quali un Comitato Direttivo, un Segretariato ed un Gruppo di Lavoro. Que- sti ultimi formano un’assemblea plenaria che rappresenta il principale organo decisionale dei VPs. Ogni anno l’assemblea plenaria si riunisce per discutere ed elaborare nuove iniziative. Tra le più recenti si possono citare gli Implementation Guidance Tools (IGT) dell’autunno del 2011. Gli IGT delineano una serie di strumenti che assistano le compagnie nell’im- plementazione di VPs a livello operativo. Tra i vari moduli che li uno è interamente dedicato ai Private Security Providers. Oltre a ribadire quanto previsto dai VPs in relazione alle interazioni tra compagnie e PSCs, gli IGT incoraggiano i vari portatori di interessi a fare riferimento al Documento di Montreux e all’ICoC.




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